La notizia del nuovo servizio “cloud” pensato per le scuole da Google è di pochi giorni fa. Ricollegandomi ad un mio precedente articolo in cui ho espresso il mio pensiero sul passaggio di testimone fra libro cartaceo e ebook, tale avvicendamento, alla luce di tale informazione, lo percepisco molto più imminente e rapido di quanto pensassi.

L’idea è semplice: a tutti gli studenti degli istituti scolastici iscritti al servizi “Google Education Suite”, Google fornisce 5 TB di spazio corredato di tutte una serie applicazioni di redazione e sviluppo. Aderendo al servizio, studente evita di portare con sé chilogrammi di libri nello zaino. Non ha più la scusa d’aver scordato il quaderno a casa, può confrontare i compiti con gli amici e svolgerli anche fuori dalle mura domestiche. ai libri digitali non si faranno le orecchie e i compagni non potranno divertirsi a scarabocchiarli e nasconderli.

L’idea è chiaramente geniale e la gratuità del servizio verrà poi ripagata con il tempo, sotto forma di affiliazione automatica e inconsapevole al marchio e tutti i suoi servizi erogati. Già questo è un primo importante tassello da mettere sul piatto opposto della bilancia. L’altro aspetto da considerare è l’identità digitale della documentazione una sorta di firma universalmente riconosciuta. Se un tempo chi copiava i compiti doveva almeno metterci di suo la grafia, con un documento digitale viene meno anche questa fatica. Quest’ultimo non è sicuramente un passaggio insormontabile, ma dev’essere considerato anche per rendere giustizia a tutti coloro che producono informazione concreta e si vedono deturpare il lavoro con pirateschi copia&incolla senza attribuzione di paternità.

In ultimo e mi scuso se torno sull’argomento già trattato nell’articolo sul come e perché crearsi un cloud privato, ritengo che il giusto passaggio sarebbe quello di dotare ogni istituto comprensivo di un sistema cloud privato. È una scelta di responsabilità. Consentirebbe la creazione di nuovi posti di lavoro specializzato, aiuterebbe la diffusione del concetto del fare, piuttosto che delegare.

Lo so che a questo punto a qualcuno verrebbe da chiedermi “E come facciamo per la carta igienica, i gessetti e il sapone per le mani?”

Non pensiate che non conosca questi problemi, ma sono altrettanto consapevole di quanti sederi giornalmente scaldino sedie di uffici della pubblica amministrazione. L’altro

Qui la pagina ufficiale del servizio pensato da Google: “Google for education

AM
Benevento, 20 ottobre 2014