Era l’oramai lontano 2007 quando insieme ad un amico sviluppammo un prototipo di software in grado di comunicare con tutti i dispositivi bluetooth individuati nel suo raggio d’azione.

Ricordo perfettamente che i primi test li svolgemmo quando ancora il sistema non aveva un’interfaccia grafica, ma lavorava a riga di codice. In quell’occasione fui fortunato ad intercettare la disponibilità degli organizzatori di un evento sportivo, i quali mi diedero disponibilità per gli esperimenti in cambio della loro promozione.

L’idea piacque ed a quegli eventi ne seguirono altri. Nel frattempo il software si perfezionò al punto d’essere gestito tramite internet. Ma non è degli aspetti tecnici che voglio parlare bensì della piega che nel corso del tempo ha preso questo particolare tipo di comunicazione

A molti parve “l’uovo di Colombo” della moderna comunicazione e di lì ad un anno le aziende che offrivano questo specifico servizio si moltiplicarono quasi a vista d’occhio. Chiaramente non tutti lo producevano, molti erano semplici rivenditori avventurieri, ma questo è un copione che si ripete all’avvio di ogni nuovo settore sia esso tecnologico che semplicemente commerciale o di servizi.

Con il propagarsi del tam tam ed il rumore crescente intorno all’innovativo modo di usare il sistema di trasmissione dati via Bluetooth, si agitarono anche alcuni personaggi che cercarono di inquinare la visione del funzionamento additandolo a strumento in grado di violare la privacy altrui. Chiaramente era una grande fesseria in quanto esso per funzionare necessita dell’autorizzazione del ricevente che innanzitutto deve attivare il servizio sul proprio terminale (telefono), rendersi reperibile ed inoltre l’unica informazione necessaria per il trasferimento di dati è il MAC address (un indirizzo alfanumenrico, es: 01:87:B4:E9:8D:01, che individua semplicemente l’antenna del ricevente) e nessun dato sensibile.

Ma il mondo è bello perché è vario ed anche questi personaggi vanno sopportati.

Per quel che mi riguarda l’aspetto importante è che all’epoca, quando testavo i primi esperimenti mi si aprì un vero e proprio nuovo scenario, come se dopo aver imboccato un’ansa nella roccia, mi fossi ritrovato affacciato su di un nuovo mondo in cui la mia passione per il marketing si fuse con quella per la tecnologia.

Iniziai a studiare per fare in modo che la sperimentazione tecnica procedesse di pari passo con un approccio alla comunicazione calibrato per quel tipo di innovazione ed elaborai alcune tesi in cui amalgamavo teoria e pratica.

Nel 2008, dopo oltre un anno di sperimentazioni, scrissi l’articolo: “Analisi del posizionamento del Bluetooth advertising sulla curva di Adozione Tecnologica” che è ancora presente fra le pagine del mio blog. Esso rappresenta una fotografia sullo stato della situazione all’epoca in cui fu scritto.

Oggi, dopo oltre 4 anni di ulteriori approfondimenti, studi ed evoluzioni tecnologiche, posso tranquillamente affermare che il Bluetooth advertising non ha effettuato il famoso salto della Voragine o Burrone, il simbolico passaggio dalla fase sperimentale all’affermazione sul mercato.

Il Bluetooth non è riuscito ad affermarsi come strumento di marketing.

Le cause, come sempre sono molteplici. Fra queste a mio avviso vanno individuate l’attuale periodo di crisi economica che spinge le aziende a non investire in progetti innovativi troppo acerbi, la nascita ed affermazione di alcuni smartphone, come ad esempio l’iPhone che nel suo protocollo Bluetooth ha escluso il trasferimento dati per obbligare gli utenti a transitare sul market ed i Blackberry che hanno un sistema bluetooth non molto intuitivo.

Ma molto probabilmente i peggiori detrattori del Bluetooth advertising sono stati proprio coloro che avrebbero dovuto promuoverlo offrendolo come servizio innovativo. Ho visto campagne di comunicazione condotte malissimo, senza alcun criterio basato sulla corretta coniugazione fra marketing e nuova tecnologia, il cui risultato disastroso ha sicuramente inciso negativamente senza innescare quello che oggi viene chiamato Buzz Marketing, ma solo 4 anni fa era semplicemente il passaparola.

Un vero peccato, soprattutto perché non ho mai nascosto le mie tecniche, anzi le sempre evidenziati in articoli ancora oggi presenti sul blog come ad esempio: “Il Principio del Vantaggio” che rappresenta uno dei cardini sui cui far ruotare una corretta attività di Bluetooth Advertising.

Seppur oramai scomparso e con esso molte aziende legate esclusivamente a tale servizio, il Bluetooth advertising ha avuto il grande merito di fare da apripista, di creare un importante solco da cui si sono diramati altri strumenti di comunicazione che si stanno affermando a vari livelli in molti settori della comunicazione e trasmissione dati a corto raggio come ad esempio il sistema in radio frequenza R.F.Id. e tutti i sistemi di tipo NFC (Near Field Communication) i futuri protagonisti dell’era Internet 3.0 o Internet delle Cose.

AM
Benevento, 6 ottobre 2012