Il mio non è cane qualunque: è un molosso proveniente dall’incrocio tra un alano e un mastino napoletano. È così grande che nella station wagon ho rimosso i sedili posteriori e lui ci sta a malapena. Però è di una dolcezza immensa, con tutti e soprattutto non sbava, anzi ha le enormi fauci così secche, che deve bere spesso. Forse un piccolo difetto lo ha anche lui: è così goloso di Nutella, che quando la vede spalmata da qualche parte, si fionda con tale furia e voracità, che sarebbe capace di staccare un intero braccio

Scusa, no… scusami sul serio, francamente non so bene il motivo per cui sto parlando del mio cane. Questa dovrebbe essere la dolorosa confessione di un uomo disperato per aver perso la sua donna. Forse ho iniziato così, perché è difficile spiegare il mio dolore. Penso sia comprensibile solo a chi ha già vissuto una simile esperienza: è come se qualcosa mi fosse stato strappato lasciando un vuoto colmo di disperazione. Ma nel mio caso non è solo la perdita in sé, ma anche come è avvenuta.

Con l’uomo che me l’ha portata via, ci siamo scambiati il sonno fin da adolescenti. Abbiamo vissuto insieme le prime esperienze amorose, abbiamo viaggiato in lungo e in largo, mangiato nello stesso piatto e poi? Poi iniziano a frequentarsi in palestra, perché si trovano negli stessi orari, si iscrivono come coppia al torneo di beach volley e lui viene sempre più spesso a cenare a casa. Qualche volta porta con sé anche una poveraccia raccattata chissà dove. E io, da povero idiota illuso d’amore, ho sempre visto questo sodalizio a tre come una delle più nobili espressioni dell’amicizia, vivendo inebetito e credulone i nostri incontri e tutto quel che mi raccontavano.

A questo punto ti chiederai come ho fatto a capire la loro tresca. L’interrogativo è più che lecito e ora ti racconto.
È stato il cane, ad aprirmi gli occhi, si proprio lui. La prima volta ha trovato le chiavi di casa di lui fra i cuscini del mio divano … e fin qui ci può stare: ho pensato che gli fossero scivolate una delle tante volte che è venuto a cenare. Un’altra volta però il cagnolone mi ha portato un paio di mutande non mie e usate. So bene che siano sue, perché sono boxer particolari, che io e la mia ex gli abbiamo regalato allo scorso Natale e se solo penso che a sceglierle è stata lei, ancora mi si attorcigliano le budella!

Nel momento in cui le ho viste, mi è salito così tanto sangue al cervello, che mi si è annebbiata la vista. Stavo per prendere a calci tutto quel che mi sarebbe capitato a tiro. Poi, per fortuna, il cagnolone ha iniziato a leccarmi il volto con quella lingua così larga da prendere tutto il viso. È stato il vero, importante punto di svolta della mia vita: mi sono distratto, calmato e, come tutti sappiamo ho ricordato che la vendetta va preparata, condita e gustata con calma!

Così ho finto di non aver scoperto nulla, continuando a fare in modo che continuassero frequentarsi. Nel frattempo ho preso traccia dei loro movimenti tra luoghi preferiti, giorni e orari. Ho anche illuso il mio ex amico del cuore di aprirmi in confidenze sessuali di me con lei, rimarcando di quanto le piaccia il gioco erotico di quando mi spalmo le parti intime con prodotti alimentari. Lui, mascherando male il fastidio per la gelosia e fingendosi amicone, mi ha riempito di domande sui particolari erotici, alle quali ho sempre fornito ampie e dettagliate spiegazioni.

Come tutto quel che desideriamo con la totale forza di ogni singola cellula, è arrivato anche il fatidico giorno in cui sono rientrato in casa giusto in tempo per avergli dato modo di cospargersi le intimità con la Nutella. Io mi sono limitato a spalancare la porta della camera da letto, al resto ha pensato il mio golosone amico a quattro zampe!

Alfredo Martinelli [Firenze, 24 ottobre 2018]

AM
Benevento, 23 gennaio 2020