luna al tramonto

la luce alle spalle che si infrange sulle siepi intorno e scolpendo la sagoma della mia ombra sulle foglie, mi ricorda quella dei fari delle auto. Pensai a una macchia in fase di manovra e continuai la conversazione telefonica a tre, con alcuni amici fuori città, senza far più caso a quella luce e al lungo tempo impiegato per una eventuale manovra.
Di lì a poco sento arrivare un tizio, mi volto e vedo un’altra luce simile a quella dei flash dei cellulari, anch’essa puntata su di me.
Il tipo mi saluta con aria quasi amichevole e mi fa pensare a qualcuno che mi conosce o riconosce, così rispondo anch’io amichevolmente, anche se per quel po’ che risco a scorgere del suo viso, non ricordo nessuno, ma non ci faccio caso, perché sono abituato a brutte figure del genere, così mantengo un approccio amichevole e sorridente.
Subito dopo il tizio mi chiede come mai fossi da quelle parti. Gli faccio notare il filo degli auricolari e gli dico che mi piace conversare con amici in posti in cui riesco a concentrarmi sui discorsi senza distrazioni. Lui sorride e mi chiede da quanto tempo fossi lì e dove fossi stato prima, più qualcos’altro che non capisco, perché a quel punto cerco di concentrarmi sul suo viso, attraversando la luce ancora puntata su me. Non lo riconosco e mantenendo sempre un certa distaccata cordialità gli chiedo come mai tutte quelle domande e a lui cosa potrebbe mai interessare di me.
Solo a quel punto il tipo si presenta: “Ma io sono un carabiniere, MICA PIZZA E FICHI!” e finalmente sposta la luce dal mio viso per puntarla sulla sua giacca, capisco che si tratta di una torcia di servizio e leggo effettivamente la scritta “Carabinieri” con tanto di logo, colori, ecc. Subito dopo m’incalza: “Mi dia i documenti, lei come si chiama?”
A me viene da sorridere per la surrealità della scena e mentre gli rispondo con serena spontaneità, provo a prendere la carta di identità, ma lui capisce che non sono io quello che stanno cercando, così cambia discorso e mi chiede se avessi notato qualcuno.
Effettivamte lo avevo notato lungo la strada per arrivare fin lì. Senza che lui mi faccia altre domande gli descrivo il tipo e la strada da lui percorsa, che corriponde a quanto sapesse anche lui.
Mi ringrazia e va via. Dopo poco si spegne anche il faro che dall’auto aveva illuminato la scena. Riprendo la conversazione con i miei amici che avevano ascoltato tutto, ma siamo nuovamente interrotti da altri due tipi che mi fanno le stesse domande del carabiniere. Rispondo anche a loro e vanno via. A quel punto Cosimo Gentile a Carmen Miano mi consigliano di cambiare posto.

P.S.: chi pensa sia solo un racconto, sappia che anche questa è una semplice trascrizioni di un evento reale

N.B.: la foto non è del luogo reale della scena narrata, ma ricorda colori, Luna e chiaroscuri di quel momento