la domanda alfredo martinelli

S’era fatto tardi, molto tardi. La luce era soffusa e calda, mentre il vino aveva rammolito le gambe e sciolto i lacci sui pensieri e le congetture. Non ricordo chi fu a porla per primo, ma ricordo bene la domanda:

chi vorresti ti venisse a prendere nel momento della morte?

La prima a rispondere fu la ragazza abbandonata sul divano di fronte. Lei avrebbe voluto la madre, morta già da alcuni anni. Chi non aveva cari tra il personale elenco dei defunti, pensò agli animali di quando erano giovani. Qualcuno invocò un famoso giocatore, come se fosse in ascolto e pronto a esaudire il desiderio. La domanda veniva posta sempre da una persona diversa, alle volte a caso, alle volte da chi aveva appena risposto. La sentivo orbitare senza fretta intorno a me, quasi a voler darmi il tempo di riflettere.
Più la domanda si avvicinava e più mi saliva la tensione. Pensai a chi non c’era più tra i miei parenti e gli amici, il cane di quando ero ragazzo e qualche famoso artista alle cui opere sono molto legato.
Nel frattempo la lista scorreva.
Qualcuno nel frattempo si era messo a piangere.
Come in una terapia collettiva il cui scopo è far emergere il proprio io interiore per liberarlo, man mano che la domanda proseguiva le risposte si facevano più serie e più di uno chiese di cambiare la propria, data con iniziale superficialità. Un po’ alla volta il vociare s’abbassò, fino a divenire rispettosa attesa della risposta successiva. A un tratto percepii che stava per giungere il mio momento, ma ancora non avevo scelto e sentivo il nervosismo salire fino a farmi diventare smanioso. La donna accanto a me impiegò tempo a rispondere, perché era impegnata a trattenere le lacrime, mentre io non riuscivo a scegliere. All’inizio avevo pensato di rispondere con una battuta tipo: “una tettona!”, ma non era più il momento. Avrei dovuto rispondere seriamente, almeno in forma di rispetto per gli altri, ma nel frattempo mi contorcevo sulla poltrona senza riuscire a fare emergere la giusta risposta, quella che mi avrebbe alleggerito da un peso primordiale, di quelli che senti, ma non sai da dove arrivino. La donna rispose come una liberazione e corse ad abbracciare una persona in piedi nella stanza. Avevo avuto qualche momento in più per pensare, ma ero ancora totalmente bloccato.
La domanda era ormai giunta fino me. Era il momento di rispondere.
Guardai il vino nel bicchiere e sentii il suono del mio pesante respiro nella testa, poi incrociai lo sguardo di chi mi stava per chiedere. Restammo a lungo a parlarci con gli occhi, fin quando disse:

verrò io a prenderti!

grazie papà!

AM
Benevento, 30 novembre 2022