Porpora

Solo a fine giornata, prima di calare oltre le montagne, con una luce crepuscolare e intensa, accendeva di porpora le nubi dal basso, trasformandole in tizzoni di brace ardente e rumorosa. Era come avere l’inferno capovolto sulla testa. I pochi televisori sparsi nelle abitazioni dei più ricchi e in qualche bar, non prendevano più il segnale e anche le radio gracidavano su ogni frequenza

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Cobalto

Quel mattino mi svegliai con la testa appoggiata sul tavolo al centro della stanza. Sulla tovaglia c’era la bottiglia di vino ancora chiusa, ma il ghiaccio intorno era divenuto semplice acqua in un secchiello. All’altro capo del tavolo i colori erano quasi secchi sulla tavolozza.

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Il gatto rosso

Se pensate che aver paura di un gatto possa essere un eccesso, forse è perché non avete conosciuto quello a pelo rosso della famiglia al secondo piano del palazzo in cui abito.

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Una forma di solitudine

Purtroppo a quel tempo ero fidanzato e, come in un accordo mai definito, delegammo al Caso gli incontri tra i banchi e i corridoi dell’Università. Fu in quel periodo che capii l’esistenza di un altro tipo di solitudine

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Turbini

Poi, un tardo pomeriggio, sull’orizzonte comparvero 3 grossi turbini di vento e acqua, che divenne sabbia quando giunsero sulla spiaggia. Alzarono ombrelloni e barche, spalancarono imposte e scoperchiarono tetti. Si spensero sulla montagna alle nostre spalle, portando con sé tutto quel che trovarono sul cammino,

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L’appuntamento

Ovunque mi trovassi o dovessi andare, avevo la ferma convinzione che mi sarebbe stato più facile vederla se non avessi usato l’auto o altri mezzi. Solo con la pioggia evitavo la camminata, perché anche lei non sarebbe uscita.

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L’acqua

Lei partì l’indomani mattina presto. Al sentirmi chiedere quando ci saremmo rivisti, pensai per un istante se fosse realmente necessario lasciarsi. Tenni per me il pensiero e venne fuori un banale “Quando vorrai.”

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