A passi brevi e rapidi, ogni mattina, copriva la distanza fra la casetta isolata e il lavoro. Il viottolo di casa, la piccola strada comunale, la via un po’ più grande e nuovamente una strada minore.
Con un semplice buongiorno dava il cambio alla guardia notturna. Per ogni segmento di strada aveva studiato il modo di ottimizzare la distanza percorsa. La curva tagliata nel modo migliore, così come il lato di strada più breve e il punto in cui attraversare, la zona più bassa del marciapiede e ogni altro particolare che ottimizzasse la camminata.
Nelle aule e lungo i corridoi aveva la stessa meticolosità nel pulire, spargere detersivi, passare strofinacci e scopa. In oltre quarant’anni di servizio, non una carta, un cassino, un caramella o polvere di gesso era passata inosservata.
Con profonde stempiature, occhiali dalla pesante montatura e un’abbondante pancetta, passava totalmente inosservato fra gli studenti universitari. Era questa la parte che prediligeva di se stesso: l’anonimato, niente che potesse mettere il evidenza la sua figura.
Terminato il servizio, giusto 13 minuti oltre l’orario di chiusura degli uffici, un “Buonasera” alla guardia di turno e poi a casa, seguendo il medesimo percorso.
Era dalle le 21:05 che tutto cambiava.
Ogni sera si alternavano da lui giovani matricole e mature fuoricorso. Era la sua unica fonte di divertimento e la pretendeva ogni sera fino alle 23:55.
In tanti anni ne erano passate molte. Alcune le rivedeva in TV, altre sui giornali. Alcune semplicemente per strada con i figli. Le salutava con gentilezza e poi tornava a sfogliare il registro su cui aveva annotato ogni loro particolare, ogni loro abilità erotica e ogni insufficienza.
Mai era accaduto che una di queste gli rubasse il respiro, ma accadde anche quello. Giovane e splendida fisica quantistica, affascinata dalla bella vita, non riusciva a vivere del magro compenso mensile di dottoranda.
Aveva trovato in lei la perfezione maniacale che da anni aveva invano ricercato fra le tante che erano passate. Si era illuso, aveva alzato il prezzo, ma lei era disponibile solo il martedì e andava via non un minuto oltre.
Giunse anche a chiederle di sposarla, era convinto che il suo intenso sentimento fosse sufficiente per entrambi. Gelida lei lo vedeva soffrire e struggersi dandogli quel po’ che bastava per esser pagata e andar via più affascinante di quando fosse entrata.
L’ultima sera che si videro stava armeggiando in cucina, era un po’ in ritardo. Come sempre fu cortese e come sempre consumarono in modo glaciale. Al momento d’andar via, dopo aver pagato le disse: “Se stasera non resti non ci vederemo più.
Lei sorrise beffarda mostrando i bianchi denti e facendo sobbalzare il petto dietro la camicetta, per godere della sofferenza nel suo sguardo. Andò via incurante e, come ogni sera, accese la luce del corridoio.
Fu in quel momento, che un filo, abilmente collegato all’interruttore, accese una scintilla nella cucina inondata dal gas.
Pare che la deflagrazione sia stata così violenta che nessuno dei due abbia avuto il tempo di soffrire. Di sicuro lei neanche quello per capire.

AM
Benevento, 18 gennaio 2017