salii le scale … senza fretta
come sempre
trovai la porta socchiusa
questa volta
però
lei era vestita solo del suo violoncello
guardava verso il basso
e suonava un blue’s lento e sporco
muovendo la testa al tempo del riff di note
a volte lunghe, altre interrotte
di quelli ipnotici e cadenzati
che ti lasciano senza necessità di parlare

lasciai scivolare lentamente la porta
fino a farla chiudere da sola alle mie spalle
lei alzò solo lo sguardo
per guardarmi di taglio
attraverso i capelli sparsi liberi sul viso
nitido si stagliava il blue delle iridi
nonostante le pupille enormi
grandi quanto la sua carica sensuale

era felina e selvaggia
come la sua musica
la stanza
illuminata da sole candela
odorava di incensi collosi
come l’aria che si respirava
senza togliere la giacca
andai al mobile dei liquori
riempii l’unico bicchiere nella vetrinetta

sorseggiai
per capire di cosa si trattasse
era un buon bourbon
e andai a sedermi all’unica poltrona libera
quella davanti le sue gambe
avvolte allo strumento

la sua preda era ora nella trappola designata
la musica divenne ancora più intensa
mentre l’alcool iniziava a bollire nello stomaco
e trasudare dalla pelle
mi fissò come a impartire un ordine
i crini dell’archetto iniziarono a spezzarsi
consumati sulle corde
divenute roventi come il loro suono

non mi diede il tempo
buttare giù l’ultimo sorso
d’improvviso la musica si interruppe
e il coguaro saltò a sbranare la preda
che non oppose resistenza

AM
Benevento, 9 ottobre 2020