“Raccontami un po’ di te. Hai ancora gli stessi anni di un tempo? Oggi cos’hai fatto? Indossi ancora quel profumo? e bevi sempre un po’ di vino prima di andare a dormire? E i tuoi disegni? Li tieni ancora nascosti? E quando sorridi, cosa succede intorno a te? Si oscurano ancora il Sole e le altre stelle?
Mi pensi? oppure hai altro per la mente?
Sai, io ti penso in continuazione e spesso ti sogno. Stanotte eri vestita con un lungo abito bianco, morbido e candido, come quello delle spose. Mi hai fatto accomodare in una nuova casa e invitato per il pranzo. Con te c’erano due grossi cani, bianchi. Mi hanno riempito di feste e guaito tutto il tempo. Forse sarei rimasto, ma … mi sono svegliato.
Ora vorrei fossi qui. Ascolterei nuovamente tutto quel che hai fatto prima di incontrarmi e quel che ti passa per la testa e ti chiederei: perché mi guardi così? che poi a me non salgono le parole che ho da dirti. Io avrei voglia di raccontarti di me, dei pensieri di quando sono solo, di quando cammino per stancare il corpo o di quando scrivo, pensando d’ingannare la Morte. Insomma ti vorrei raccontare di quel po’ che faccio, che non mi basta mai e mi fa dormire male, che la mattina sono già stanco e non ho voglia di parlare e vedere gente. Poi però la sveglia inizia a trillare così forte che disturba anche il gallo e mi alzo, facendo finta di non avere nulla, sperando che il nuovo giorno passi in fretta, come è successo anche stamattina e sarà domani.
Sai, qualche giorno fa ti ho ritrovata tra le pagine di un libro. Ho avuto nostalgia, così ho rallentato la lettura, per tenerti più a lungo, ma all’alba ero nuovamente solo, immerso nel bianco della lampada e ho preso sonno quando di solito mi sveglio.
Fuori, stamattina, il Sole si è alzato più lento del solito, ma ancora non fa freddo, per l’autunno ci vorrà tempo. Anche quest’anno penso di non comprare nessun nuovo vestito: non sono né ingrassato e né dimagrito e poi la mattina non mi va di scegliere cosa indossare.
Penso che prima dell’inverno farò aggiustare la nostra vecchia moto oppure le metterò la benzina, non ricordo neanche perché non parta più. Ho pensato che qui, sui tornanti innevati della montagna, sarà più creativa la guida su due ruote. Ti sto immaginando vestita di bianco, aggrappata a me per non cadere, mentre risaliamo lungo le curve che portano sulla vetta con la neve tutta intorno, ma noi non abbiamo freddo, perché ci stringiamo forte.
Il vero problema è che mi manchi costantemente e ora siamo solo due anime sperdute che vagano nell’esistenza.”

AM
[Benevento. 30 agosto 2018]

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