E se a piazza Roma, nel (poco) ridente paesone di Benevento, mettessero gli scacchi?

Non una scacchiera qualsiasi, ma una grande, con pezzi alti sessanta centimetri.
Ci avete mai pensato che figurone?
Gli abitanti sarebbero immaginati come intellettuali e fini strateghi, l’Università aumenterebbe gli iscritti, perché sarebbe ritenuta il motore propulsivo di tale genìa.

Già immagino la sequenza degli eventi che condurrebbe alla realizzazione dell’opera:
un giorno di una settimana qualsiasi, un assessore comunale torna da un viaggio all inclusive, organizzato da un amico per conto di un dopolavoro. Dopo ventisette ore di pullman ha visitato una città estera, in cui le piazze hanno una scacchiera con pezzi grandi quanto bambini. La sera coppie di tutte le età, gruppi, famiglie e anche turisti, giocano e si divertono.

La propone in Consiglio e l’idea piace al sindaco, che la fa subito sua. Con mandato ufficiale incarica il suo direttore artistico di fiducia e un paio di ingegneri in qualcosa, che non si sa mai.
Dopo qualche mese il bando è pronto, ma i soldi a disposizione sono sufficienti solo per le parcelle e per i lavori sul posto. Mancano quelli per i pezzi.
Durante una riunione in streaming arriva l’idea: facciamo un bando per trovare un artista che produca gratuitamente i pezzi. Lo ripagheremo in visibilità. L’applauso d’assenso sovrasta ogni altra voce.
I mesi per la preparazione del bando per la ricerca dell’artista farebbero ritardare l’arrivo dei fondi intercettati per la creazione della scacchiera, così inizia la costruzione e nonostante la solita atavica lentezza e giunge il momento in cui la scacchiera è pronta, ma senza pezzi.
Non fa nulla”, pensano al Comune, “inauguriamola lo stesso, tanto abbiamo inaugurato una stazione da cui non partono né transitano treni, che volete che sia una scacchiera!
l’idea è approvata con plebiscito plenario.
In pompa magna quel giorno ci sono il sindaco con il vice e gli assessori di turno per le inaugurazioni.
Forse nessuno di loro sa giocare a scacchi, ma poco importa, non è obbligatoria questa conoscenza e comunque non ci sono ancora i pezzi, quindi non hanno l’onere di dimostrare nulla. Al momento del taglio c’è davanti loro qualche giornalista, che si prodigherà in articoli e filmati di elogio, qualche mamma, che corre appresso al figlio e qualche negoziante della zona in cerca di un contatto con il sindaco.
Passa qualche mese e finalmente trovano un giovane artista che crede realmente di ricevere visibilità.
Il giorno in cui porteranno i pezzi non ci sarà alcuna inaugurazione, perché è già stata fatta e poi piove.
Dopo circa tre o quattro giorni compaiono i primi segni di vernice sui pezzi più grandi, tipo l’alfiere, il cavallo. Le geometrie lineari della scacchiera sono invece usate da un arrembante graffitaro per riprodurre il suo solito banale disegno colorato.
In alcuni casi le sigarette vengono spente sulla testa della torre, che sembra proprio un bel posacenere. Succede anche di giorno, con i vigili presenti, che però non intervengono, perché nel loro ordine del giorno non è contemplata come attività e poi sono troppo impegnati a fermare sul corso le biciclette classiche, ancora lente e facilmente rintracciabili, a differenza di quelle elettriche, che invece sfrecciano liberamente oppure si dedicano a chiedere il pass ai residenti nella ZTL, trascurando di chiederlo ai non residenti. Su quest’ultimo punto corre voce che abbiano letto il manuale di istruzioni al contrario, ma non divaghiamo: dopo poco più di un mese i pezzi sono totalmente deturpati e usati per simulare pose poco edulcorate.
I tizi di mezza età si indignano sui social colpevolizzando l’educazione data ai figli, senza rendersi conto che magari sono i propri ad aver abusato dei pezzi della scacchiera.
Il sindaco si fa garante di una ristabilizzazione dell’ordine cittadino, ma per sua fortuna il momento di risveglio etico della città è subito assopito dal clamore sulla squadra di calcio, che ha un’importante chance per salire di categoria.
Ora c’è un ritrovato spirito unitario che spadroneggia più potente dell’oppio tra la cittadinanza: fozzabenevento!
E l’artista che ha creato artigianalmente i pezzi? … e chi se lo ricorda chi era, boh!

Alfredo Martinelli
St. Julien – Malta, 28 ottobre 2025