Ho preferito scrivere questo articolo di presentazione di “Sparse carte” in leggero ritardo sia rispetto al 31 maggio 2016, data della sua pubblicazione e sia rispetto alla presentazione ufficiale avvenuta il giorno 17 giungo 2016, presso il sito archeologico Santi Quaranta di Benevento.
Se l’avessi redatto prima, non avrei potuto corredarlo delle foto degli eventi in cui l’ho presentato e, per me, gli sarebbe mancato qualcosa, che non mi sarebbe piaciuto aggiungere successivamente.

Sparse carte” è edito da Eretica Edizioni, raccoglie 16 miei racconti, molti inediti e alcuni presenti in altre raccolte, per le quali hanno passato selezioni di vari livelli e difficoltà. Fra essi c’è anche l’oramai celebre “il Guerriero errante“, divenuto opera rock, così come ampiamente spiegato in questo articolo di qualche tempo fa.

Erroneamente c’è chi pensa che libro e opera rock siano due miei progetti separati. Forse dipende dal fatto che io non suoni sul palco e quindi mi si percepisce come un’entità aggregata. Non è così. La Bottega del Tempo a Vapore è parte integrante del mio modo di esprimere e sperimentare. Non saper suonare in modo professionale ha solo aumentato la mia capacità di coinvolgimento e la qualità del progetto, definendomi nel ruolo di autore della storia e dei testi, oltre che del progetto, per il quale sono già al lavoro per ampliarlo e consentirgli di esprimere tutto quel che non ha ancora espresso e, vi assicuro, è ancora tanto.

Il ciclo di scrittura si “Sparse carte” è durato qualche anno, durante il quale ho definito un personale approccio alla narrazione, che nel mio caso non prevede l’uso di nomi né ai luoghi né ai personaggi. Anche il Tempo è un elemento spesso poco definibile, anche se in un paio di racconti, alcune vicende storiche lo rendono facilmente identificabile. Un altro grande assente è il temine “amore”: non lo uso, pur se la sua essenza permea ogni singola riga di testo da me scritta.

Ho prodotto anche un video promozionale, così detto “booktrailer” per sintetizzare il messaggio con un rapido montaggio di scene da me girate, usando il tema di “Eterea fusione“, tratto da “il Guerriero errante“, come colonna sonora:

Le presentazioni:

Per adesso ogni presentazione è stata un piccolo spettacolo, in cui alle letture dal vivo si sono alternate musiche in versione acustica tratte dall’album “il Guerriero errante”. Ho percepito molta attenzione durante gli eventi e sincere congratulazione al termine.

La prima delle gallerie fotografiche rappresenta una sintesi della prima presentazione, avvenuta il 17 giugno presso il sito archeologico “Santi Quaranta” di Benevento. In tutta la mia città non poteva per me esserci luogo più adatto. Antico mercato di origine romana, abbandonato per anni all’incuria, è stato riportato alla luce dalla testardaggine e dalla volontà di alcuni volontari della città, che con pochi mezzi e molta energia, gli hanno ridato vita.

Quest’altra sintetica galleria  fotografica si riferisce alla serata dell’8 luglio tenutasi nella corte del castello “Rocca dei Rettori” di Benevento:

Per chi avesse ancora voglia di approfondire i contenuti del libro, ho trascritto la prefazione scritta da Antonio Mocciola. È stato lui a darmi la spinta definitiva ad aprirmi su ciò che avevo dentro e non avevo ancora fatto uscire del tutto:

“Scrittore immaginifico e surreale, con lo sguardo verso il passato ed il cuore nel futuro, Alfredo Martinelli mette in ordine le sue “sparse carte” e fa salpare il lettore verso un oceano di apparente quiete, la cui vita si cela in fondo, molto in fondo. Scrittura di colori, di elementi naturali, di sussurri, di verità invisibili, anche quando si concede spunti autobiografici (rari, ma forse più di quanti l’autore confessa). Doveva scrivere per forza, Alfredo. E sono lieto di avergli dato, ai tempi di “Scrivere a corte”, la spinta decisiva. O almeno mi illudo che sia stata io a dargliela. Prima o poi doveva accadere. Premeva dall’interno, come champagne pronto ad essere stappato. Sepolta da una coltre di timidezza e riserbo, la vis narrativa di questo cordiale, ma irrequieto, ragazzone sannita aveva tutti gli strumenti per esistere, anche prima di quel concorso letterario che ne rivelò la validità davanti alla intellighenzia un po’ snob della Napoli salottiera. In realtà la scrittura di Alfredo è aristocratica e plebea allo stesso tempo: si occupa di terra, ma è impastata di cielo. E’ attraversata da una costante meraviglia. Quello che, sono certo, proverai anche tu, nell’entrare in quest’universo senza tempo e senza spazio, che difficilmente dimenticherai.”

AM
Benevento. 10 luglio 2016