È uscito oggi dopo una lunga gestazione. L’idea l’ho portata in riunione lo scorso agosto. Tra una pizza, un calzone e una birra, l’dea stata approvata dalla maggioranza dei colleghi de “la Bottega del Tempo a Vapore” e mi sono messo all’opera, completando il testo, che avevo iniziato a scrivere durante il festival “La Luna e i calanchi” organizzato da Franco Arminio, che si tiene a Aliano (il paese nel materano in cui fu confinato Carlo Levi).

Era tempo che in testa mi ronzava l’idea di una canzone in dialetto classico napoletano e mi ero dedicato all’ascolto e studio sia dei classici interpretati tradizionalmente o rivisitati in chiave moderna e sia di canzoni napoletane moderne influenzate dalla tradizione classica, che non fossero però neanche lontanamente contaminate dallo stile neomelodico.

La bozza che ho presentato era comprensiva di una base musicale di chitarra composta da me, ma ritenuta dal resto dei componenti del gruppo poco mediterranea. Così è stata avviata la riscrittura della musica, basata sulla scala classica napoletana, lasciando inalterato il testo, da tutti definito simile a una poesia emozionale.

Per dare maggiore spessore al contenuto musicale abbiamo ospitato i nostri amici musicisti Corrado Ciervo per le parti in violino e Domenico De Matteis per quelle in mandolino, che non finiremo mai di ringraziare per la qualità che hanno donato al brano. Il mastering lo abbiamo invece affidato al Metropolis Studios di Milano.

C’era però bisogno di un videoclip per veicolare il messaggio del brano. Abbiamo deciso di usare le competenze e la strumentazione interna al gruppo, perché il primo dei nostri obbiettivi è divertirsi. Mancavano solo gli attori. Ancora una volta, gli arabeschi del destino hanno giocato a nostro favore: incontrare Antonio Di Lorenzo non aveva solo un senso legato al progetto di “Voci Confinanti”, ma avevo intuito che poteva andare oltre. Così ho chiesto a lui e alla fidanzata Roberta Giannini, se avessero avuto voglia di interpretare i protagonisti. Il risultato lo potete osservare voi stessi dal video di “Anema janca“.

A chi di voi si chiedesse il senso del testo, posso semplicemente consigliare di lasciarsi trasportare dall’emozione. Ognuno può intendere l’Anema janca in base al proprio carattere, educazione, emotività, ecc. Per alcuni può essere una persona amica, un genitore, un amante, un insegnante al quale dobbiamo molto oppure un’essenza divina o qualcuno scomparso che sentiamo ancora accanto

l’addore doce e chesta voce
ieng e’ pensier’ da nuttata
e mentre u’ vient’ m’accarezza
in miez all’erb’ sott’ e’ stell’
a voce soia non s’arreposa

e mentr’ in cuorp a me è tempest’
l’anema janc’ me cunsola
me stregne forte piett’ a piett’ e dice
tu non ne ave’ paura

e comm’ o sciore se sculora
quann’ o sole non s’o’ cura
accussì l’omm quann’è sul’
accussì l’omm quann’è sul’

ora c’o vient s’è assettat’
e o scuro nun fa cchiù paura
l’anema janca m’e saluta
me dice guard’ ‘nciel’ e’ stelle
e brilla forte ‘n faccia a luna

e comm’ o sciore se sculora
quann’ o sole non s’o’ cura
accussì l’omm quann’è sul’
accussì l’omm quann’è sul’

Il brano è distribuito dalla Revalve Records ed è disponibile in formato digitale su tutti gli aggregatori musicali.

AM
Benevento, 3 maggio 2019