genesi di un racconto in visual storytelling dall'ispirazione al libro

Per la prima volta mi cimento in una storia per immagini. Per semplificarmi la vita, ho ben pensato di non inventare ex novo. Ho preferito raccontare com’è nato “Prima che arrivi”, uno dei miei racconti, e come esso sia oggi ospite in un libro edito dalla Giovane Holden Edizioni. Viaggiare per lungo tempo soli è triste e ho portato con me coloro mi hanno accompagnato e aiutato.

È inutile nascondere che un grosso influsso l’ha esercitato Benevento. Città ricca di leggende e narrazioni basate su argomenti attinenti alla trama del racconto. A ciò si aggiungono i ricordi delle Signoremamme Nicoletta e Adele. Durante gli incontri per organizzare “Il racconto di Comino” un progetto totalmente differente, spesso mi parlavano dei ricordi legati ai nonni. Storie usate per far star buoni i bambini, che nel tempo hanno preso la sagoma di personaggi esistiti o addirittura esistenti . Loro appassionate di vecchie leggende, io accorto nello stimolare la loro memoria.

Il momento più lungo in assoluto è la scrittura. Io sono abbastanza lento. Un po’ perché scrivo per diletto, ritagliando brevi spazi di tempo al lavoro e un altro po’, perché ho bisogno di vestire i panni di ogni personaggio rappresentato. L’immersione richiede l’ascolto di chilometri musica, la visione di interi litri di quadri e foto, chilogrammi di camminate e stravaganti domande ad amici e parenti.

Da soli non credo sia possibile fare un buon lavoro. L’autore è spesso accecato dalla sua creatura. Anzi, per meglio dire, da ciò che è convinto d’aver creato. Non sempre l’idea partorita è seguita da un elaborato identico. Capita che parte dell’intuizione resti tale e l’artista non riesca a esternarla o non vi riesca com’era nella intenzioni originarie. Il confronto con il mondo esterno è importate. Per fortuna in Emi e Maria Elena ho trovato un importante livello di filtro. Sono le mie colleghe del progetto “Riuscire tentare provare” a bastonarmi, quando le parole da me scritte s’avvitano su se stesse senza dire nulla d’interessante.

Ma tutto ciò sarebbe rimasto fine a se stesso senza l’intervento di un altro amico. Entra così in scena Rito. Il pacato e gentile papà di Emi, co-protagonista nel precedente capitolo, un bel giorno mi segnala il concorso “Streghe e Vampiri” organizzato dalla Giovane Honden Edizioni. “E perché no?” mi son detto.

Si parte. Il racconto è stato selezionato. Carico di buoni propositi e dovendo viaggiare solo, ho preferito il treno. Ma nulla ho letto durante il viaggio, preferendo lasciarmi coinvolgere dal lungomare laziale e toscano.

Viareggio mi accoglie con la pioggia, dalla stazione all’albergo sono uno dei pochi a camminare. Dura tutto il giorno, ma il seguente torna il Sole a dettare legge e spadroneggiare sulla spiaggia che mi saluta luminosa e spoglia.

Il bagaglio è più pesante al rientro. Il libro che ospita il mio racconto è di ben 300 pagine 😉