Con calma.

Immagina un Sentiero inoltrarsi nella radura. Tiepido il Sole si staglia nel cielo sereno, l’aria è fresca e tu hai un buon passo.
Non intravedi la fine del percorso, che si perde sotto la linea dell’orizzonte, ma altri piccoli sentieri. Alcuni sono paralleli, vicini e distanti, altri si’intrecciano col tuo per poi proseguire verso direzioni differenti. Su alcuni di essi passeggiano, corrono o camminano persone come te. Intorno è un rigoglìo di vegetazione. La natura è multiforme, colorata con le tue gradazioni preferite. Insetti e animali più o meno laboriosi e simpatici osservano il passaggio.

Puoi decidere di fermarti e arricchirti della loro curiosità e bellezza, scambiare un sorriso o un’opinione con qualcuno oppure continuare a camminare seguendo il percorso.
A una delle tante biforcazioni imbocchi un tratto di Sentiero isolato dagli altri e dopo un lungo tragitto compare innanzi al cammino un enorme Leone. Maestoso e non curante ostruisce l’intero passaggio.
Lo vedi per tempo, ma ugualmente decidi d’avvicinarti confidando nella sua distrazione.

Sei a pochi passi, senti il suo enorme ruggito e ti fermi. Fai ancora in tempo a prendere un’altra decisione, casomai spostarti verso gli alberi o gridare aiuto, nella speranza che qualcuno ti senta e corra in soccorso. Purtroppo decidi di affrontarlo con il coltellino svizzero che porti durante le escursioni.
L’amarezza e la delusione per quell’inopportuna presenza in un giorno tanto piacevole prendono il sopravvento. Prima di ingaggiare il duello ti fermi per sfogargli addosso tutto il risentimento che nutri verso lui e chi l’ha liberato, consentendogli di bloccare il transito.

È questione di pochi secondi.

Pur senza averne piacere, il Leone con un solo balzo ti sbrana. Lui non prova alcuna avversione nei tuoi riguardi. Ha semplicemente seguito il suo istinto, ha svolto il suo mestiere di Leone.

Ora identifica il Sentiero con la Vita e il Leone con le difficoltà che quotidianamente ostruiscono il tuo percorso. Esse ci sono per tutti e ci saranno sempre, fanno parte dell’esistenza e svolgono semplicemente il loro compito, senza una particolare predilezione. È inutile fermarsi a inveire o far finta di non vederle per poi affrontarle in maniera disorganizzata o abbandonarsi a esse.

Da questo istante lo sai anche tu e puoi iniziare a gestirle senza disperdere energia e risorse nell’arrabbiarti, ma usare le stesse forze per tener loro testa nella maniera più opportuna. Fai il possibile per non camminare su sentieri isolati e se hai bisogno chiama forte: prima o poi un altro viaggiatore ascolterà la richiesta e verrà in soccorso.

Ora guardati intorno. Il Sole è ancora alto, il Sentiero sembra non avere fine e l’aria profuma di primavera. Puoi tornare a sorridere e contaminare con la felicità chi incrocerà i tuoi passi.

Buon viaggio.

AM
Benevento, 27 aprile 2014